Il Testo Unico della vite e del vino è la prova tangibile del lavoro svolto dalla filiera italiana del vino. Il documento viene presentato oggi al 50° Vinitaly dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina nell’ambito dell’incontro che vede protagonisti i massimi livelli degli esponenti della filiera: Mario Guidi, presidente Confagricoltura; Dino Scanavino, presidente Cia-Agricoltori Italiani; Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Italiane-agroalimentare; Sandro Boscaini, presidente Federvini; Domenico Zonin, presidente UIV; Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc e Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi.
Il Testo Unico rappresenta la risposta politica alle istanze delle organizzazioni che da tempo chiedono una semplificazione delle norme e una sostanziale sburocratizzazione delle procedure in materia vitivinicola. La stessa filiera oggi ha ribadito nell’incontro “Vino: produttori e protagonisti in Europa e nel mondo”, moderato dal giornalista Andrea Scanzi, la necessità di continuare a lavorare in modo sistematico per rafforzare l’attenzione sul comparto e riportare il punto di vista delle aziende al centro della discussione per la determinazione delle politiche vitivinicole.
La filiera evidenzia un ulteriore esempio di come le organizzazioni insieme siano riuscite ad avere una posizione ferma e univoca nella sensibilizzazione della politica nazionale ed europea: la sospensione della discussione della Commissione europea sull’ipotesi di liberalizzazione, nell’etichettatura dei vini senza indicazione geografica, dell’uso dei nomi di varietà attualmente riservate a DOP e IGP.
Se da un lato i consumi calano, dall’altro si beve meglio. Aziende e cantine sociali – ricorda la filiera del vino – sono impegnate nella ricerca dell’eccellenza e dell’esaltazione del terroir, ma al contempo vogliono dar forza a quel trend che si intravede dai dati di vendita, che ci raccontano di un nuovo modo di consumare vino: con libertà di pensiero e di gusto e in una nuova ottica “pop”, giovane e fuori dagli schemi.
Dalla filiera arriva l’esortazione, alle aziende e alle istituzioni, a sfruttare meglio le risorse disponibili per attività promozionali. Il nuovo decreto sull’OCM promozione, voluto fortemente dalla filiera ed appena passato in Conferenza Stato Regioni, offre l’opportunità per gestire in modo più completo ed efficace i fondi europei supportando quei progetti in grado di aumentare il valore delle nostre esportazioni, puntando sui Paesi emergenti e consolidando quelli già partner di scambi commerciali, favorendo iniziative integrate tra imprese in grado di affrontare l’export con una comunicazione efficace e incisiva. Per fare tutto questo occorre essere uniti ed evitare interventi pubblici non coordinati che portano soltanto a spreco di energie e risorse, mentre nel mondo le nostre denominazioni subiscono continui attacchi di contraffazione e agropirateria.
Per questo si auspicano negoziati bilaterali per aiutare il settore a difendere il patrimonio vitivinicolo italiano, consentendo l’effettiva tutela delle denominazioni di origine e riconoscendo agli Stati produttori il diritto di intervenire in ambito internazionale facendo cessare gli abusi.