Sul Corriere della Sera di oggi 11 gennaio, il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina parla di agricoltura digitale e biotech, sottolineando che con la Legge di Stabilità 21 milioni saranno destinati alla ricerca, con un progetto pubblico triennale che sarà gestito dal Crea, il Centro specializzato del MIPAAF.
La posizione del ministro sul tema è in linea con quello che Confagricoltura ha sostenuto con forza in occasione del suo convegno svoltosi ad Expo il 16 luglio scorso, dal titolo “Geni Italiani” – Superare gli Ogm per una ‘via italiana’ all’innovazione in agricoltura”, cui intervennero scienziati e ricercatori, e dove fu evidenziato che ovunque, nel mondo, la ricerca e l’innovazione genetica in agricoltura sono viste come una soluzione alle sfide globali del pianeta, piuttosto che come un problema. Proprio durante il convegno, il presidente Mario Guidi chiese formalmente al Governo ed alle Istituzioni di aprire la ricerca genetica in agricoltura, ed al mondo della scienza di unirsi all’appello.
“Abbiamo eccellenze, ricercatori e accademie che sono ampiamente in grado di lavorare su questi temi producendo innovazioni di cui la nostra agricoltura può ben beneficiare – concluse Guidi – Tecniche nuove, perfette per l’agricoltura italiana, diverse da quelle transgeniche utilizzate nelle commodities internazionali, come il genome editing e la cisgenesi, che non dovrebbero essere considerate degli Ogm. Se solo si provvedesse ad una diversa definizione”.