Giansanti al convegno Italmopa: “La filiera del grano vuole competitività, infrastrutture moderne e innovazione”

Quella del grano è una filiera strategica del made in Italy. Il nostro Paese è il primo nel mondo per produzione (3,3 milioni di tonn annue) ed export di pasta (2 milioni di tonn), ma questo primato è a rischio. Dobbiamo intervenire su competitività, infrastrutture, ricerca e innovazione”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo al convegno a Bologna promosso da Italmopa, “Valorizzare le filiere nazionali del frumento tenero e del frumento duro”.

“La pasta è l’emblema del made in Italy nel mondo, eppure – ha messo in evidenza Giansanti – Paesi come Turchia ed Egitto, pur non avendo gli stessi standard qualitativi ed un background colturale e culturale forte come il nostro, ci stanno sottraendo quote importanti di mercato. Per essere davvero competitivi abbiamo bisogno della ricerca, anche varietale, che supporti la produzione, puntando sulla sostenibilità, per avere più quantità, con le caratteristiche richieste dall’industria”.
“Dobbiamo poi superare i gap strutturali del nostro Paese, a partire da quello dei trasporti ancora, in larga parte, su gomma, su strade dissestate, che ci fanno perdere prodotto, tempo e denaro – ha proseguito Giansanti –. Le imprese agricole hanno bisogno di una logistica che le colleghi al mondo, che avvicini e non che allontani sempre più. Infine, va ampliata la capacità di stoccaggio, con centri che consentano il ritiro in maniera separata dei prodotti, perché così si valorizza davvero la qualità”.
“E’ giunto il momento – ha detto il presidente di Confagricoltura  – di dare una risposta concreta, volontaria e ‘di squadra’ alle criticità di vecchia data; va assicurata un’equa remunerazione a tutti i momenti della filiera, sviluppando anche nuovi modelli di contrattazione”.
“Nell’ottica della competitività, la filiera cerealicola – ha concluso Giansanti – deve trovare una forte e convinta sinergia, perché è giunto il momento di lavorare insieme per valorizzare il made in Italy. Ed anche le Istituzioni dovranno fare la loro parte sostenendo le imprese con adeguati provvedimenti che vadano nella stessa direzione”.

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