Il Decreto Fare incentiva gli investimenti delle PMI in impianti, macchinari, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo agevolandone l’acquisto o il leasing. In sede di conversione in legge gli incentivi sono stati estesi agli investimenti in Hardware, Software e tecnologie digitali, con una dotazione iniziale di 2,5 miliardi di euro incrementabile fino a 5 miliardi.
I finanziamenti a tasso agevolato saranno erogabili fino al 31 dicembre 2016, dalle banche aderenti alla convenzione tra i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia con la Cassa Depositi e Prestiti e l’ABI. Avranno durata massima 5 anni dalla stipula del contratto, per un valore complessivo che non superi i 2 milioni di euro per azienda. La somma potrà coprire anche la totalità dei costi ammissibili, fissati dal decreto attuativo. I finanziamenti potranno essere coperti dalla garanzia del Fondo per le piccole e medie imprese fino a un massimo dell’80% dell’importo finanziato, secondo modalità e priorità di accesso e concessione fissate dal decreto attuativo.
Il suddetto decreto attuativo sarà emanato dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e come già specificato dovrà stabilire i requisiti e le condizioni di accesso ai contributi, la misura massima del contributo e le modalità di erogazione e le relative attività di controllo.
È consentito l’accesso ai finanziamenti alle PMI individuate dalla Raccomandazione 2003/361/CE, in grado di soddisfare due requisiti:
• il primo è il fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o totale dell’attivo patrimoniale inferiore a 43 milioni nell’ultimo esercizio contabile chiuso prima della sottoscrizione della domanda di finanziamento (per le imprese non obbligate alla tenuta della contabilità ordinaria o alla redazione del bilancio si tiene conto dell’ultima dichiarazione dei redditi per quanto concerne il fatturato, del prospetto delle attività e delle passività redatto alla luce del D.P.R. 23 dicembre 1974, n. 689 e secondo i criteri individuati dagli artt. 2423 e segg. c.c., per quello che riguarda l’attivo patrimoniale);
• il secondo è avere meno di 250 dipendenti con vincolo di subordinazione, esclusi quelli in cassa integrazione straordinaria, calcolati come unità lavorative anno (Ula) e dato dalla media mensile di dipendenti a tempo pieno impiegati nell’anno più la quota parte in base al tempo di lavoro di quelli a tempo parziale che realizzano frazioni di Ula, commisurati cronologicamente all’ultimo esercizio contabile chiuso e approvato prima della sottoscrizione della domanda di agevolazione.
Per le imprese di nuova costituzione e quelle esonerate dalla contabilità ordinaria o dalla redazione di un bilancio di esercizio, i criteri vanno individuati in base al numero degli occupati e del totale dell’attivo patrimoniale riferiti alla data di sottoscrizione della domanda.