Fieragricola: i Giovani di Confagricoltura s’interrogano sull’utilizzo dei Big Data nell’agroalimentare

“L’agricoltura è già pienamente coinvolta dalla rivoluzione digitale. Nelle campagne cresce l’importanza delle tecnologie e del Web come sistema integrato, basato su sottosistemi, da gestire in maniera coordinata, per assicurare sviluppo e crescita sostenibile, attenzione al territorio ed ai suoi fruitori. L’agricoltura intelligente dovrà saper utilizzare i Big Data, tutta l’enorme mole delle informazioni disponibili, collegandole e interpretandole in un sistema integrato per far crescere il nostro settore e i nostri territori”. Lo ha detto Raffaele Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura, aprendo i lavori dell’incontro:”Big Data. Strumenti per crescere e innovare”, che si è tenuto il 3 Febbraio scorso a Fieragricola. L’interazione in un sistema integrato, che produce in tempo reale le informazioni necessarie per prendere decisioni con grandi margini di miglioramento del sistema nel suo complesso, è quello che chiamiamo Big Data. Attualmente, le aziende che trattano l’enorme mole di informazioni prodotte ogni giorno sono quelle americane, anche se ci sono innovative realtà anche in Europa. I giovani di Confagricoltura, insieme ai relatori: Roberto Reali, del dipartimento Scienze bio-agroalimentari del CNR; Luigi Marangon, project manager di Infocamere e Luciano Magliulo, responsabile tecnico di Penelope s.p.a., hanno fatto il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive del comparto agroalimentare. Ma come possono essere usati in agricoltura e nell’agroalimentare i Big Data? Quali siano le opportunità per questi settori, in questa fase, è abbastanza evidente. I sistemi produttivi agricoli devono interagire con sistemi di informazione molto diversi. Il caso più semplice sono i dati metereologici ed ambientali elaborati da stazioni informative esterne ai cicli produttivi. Ma se immaginassimo un sistema di sensori per l’approvvigionamento dell’acqua o per il flusso dei fiumi si potrebbero evitare, programmando gli interventi, diversi problemi derivati dall’assetto del territorio. C’è anche l’opportunità che i sistemi produttivi singoli intervengano attivamente nel flusso delle informazioni. Un’ applicazione sviluppata in Australia permette, ad esempio, di ottenere e fornire informazioni relative all’utilizzo dei fitofarmaci.
“La parola d’ordine per l’agricoltura del futuro è innovazione. Confagricoltura – ha sottolineato nelle conclusioni il direttore generale Luigi Mastrobuono – ha sempre puntato sulla cultura della conoscenza e delle informazioni, fondamentali anche nella gestione di una moderna impresa agricola. Siamo stati antesignani nel promuovere  l’agricoltura intelligente, quella delle nuove idee. Ci impegniamo a superare il digital divide fornendo attenzione al territorio e alle sue imprese. Il nuovo corso dell’agricoltura passa inevitabilmente dalle tecnologie all’avanguardia, dallo sviluppo sostenibile, dall’agricoltura di precisione, ma anche dall’uso creativo dei Big Data”.

Lascia un commento