Ecomondo, Confagricoltura: “Il nostro obiettivo è ridurre rifiuti inorganici in agricoltura”

«Il settore agricolo ha fatto notevoli passi avanti per una gestione trasparente, tracciata e orientata alla prevenzione della produzione di rifiuti. Abbiamo scelto di aderire al progetto pilota ‘Reinwaste’, perché se per la riduzione dei rifiuti organici il settore ha già fatto grossi passi avanti, ad esempio con l’utilizzo dei sottoprodotti e dei residui vegetali ed animali per la produzione di energia, siamo consapevoli che per chiudere il cerchio dell’economia circolare sia necessario ora ricercare e testare soluzioni innovative per ridurre i rifiuti non organici, verificandone l’impatto economico e ambientale». Lo ha sottolineato Confagricoltura al convegno in fiera a Rimini – che ha promosso assieme a Federalimentare, Aster e Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo – su “Soluzioni smart ed innovative per ridurre lo spreco di packaging e aumentare la competitività nel settore agroalimentare”.

In tale occasione è stato presentato anche il progetto tecnologico Reinwaste, che è nato proprio per supportare le aziende agroalimentari delle regioni del Mediterraneo impegnate nel percorso di riduzione dei rifiuti inorganici. In “Reinwaste” sono coinvolti partner di Spagna, Francia e Bosnia. In Italia, oltre a Confagricoltura, partecipano Federalimentare e Aster.

Nei 30 mesi della sua durata il progetto “Reinwaste” rafforzerà il network di competenze tra gli Stati dell’area mediterranea; selezionerà e testerà le migliori soluzioni innovative disponibili per prevenire i rifiuti inorganici, con lo scopo di favorire il trasferimento dell’innovazione alle PMI, facilitando la cooperazione, lo scambio di esperienze e il supporto reciproco tra gli imprenditori, con la collaborazione con esperti e di centri di ricerca e innovazione.

Per contribuire ad invertire la rotta sulla gestione dei rifiuti inorganici in Italia è compito di Confagricoltura, nella prima fase del progetto, coinvolgere 15 allevamenti da latte dell’Emilia Romagna allo scopo di analizzare tutti i rifiuti non organici prodotti dalle aziende lattiero casearie come, reti per rotoballe, imballaggi di plastica e carta, film in plastica per insilaggio ecc., evidenziando i modi per ridurli. Nella seconda fase di “Reinwaste” si procederà a testare con cinque aziende lattiero casearie, selezionate tra le 15 della prima fase, le soluzioni innovative attraverso un business plan capace di identificare una precisa strategia di prevenzione.

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