Agricoltura di precisione e droni fanno bene all’olivicoltura

Produrre più olio riducendo al contempo l’impatto ambientale. L’olivicoltura di precisione può aiutare a raggiungere questo obiettivo. Lo ricorda Confagricoltura sottolineando che è sufficiente intervenire in modo più specifico e differenziato in base alla variabilità presente all’interno di un oliveto e quindi  ottenere di più con meno spreco di risorse. Concimazione, difesa fitosanitaria, irrigazione e  potatura possono infatti essere calibrati in modo da aumentare la produttività e ridurre l’impatto ambientale.

L’organizzazione agricola sottolinea che ad esempio negli oliveti di grandi dimensioni è possibile determinare l’area fogliare dell’olivo tramite misure indirette, in quanto la produttività di una pianta è correlata con la quantità di radiazione fotosinteticamente attiva intercettata dalle foglie. Allo stesso modo stimare la dimensione della chioma può aiutare a definire una corretta strategia di gestione della potatura, in termini di intensità e turno, per ridurre i costi di produzione dell’oliveto. Anche prevedere le dimensioni di una pianta può facilitare la gestione fitosanitaria dell’oliveto, ad esempio per la corretta quantità di prodotto che si deve utilizzare in funzione della superfice fogliare.

Una ricerca condotta presso i campi sperimentali del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (Disaaa-a) dell’Università di Pisa ha sperimentato l’utilizzo dei Sapr (droni) per stimare le caratteristiche biofisiche di olivi, in particolare l’area della proiezione della chioma, il volume della chioma e l’indice di area fogliare. Sono state confrontate alcune misurazioni effettuate in campo con i dati ottenuti da telerilevamento a bassa quota con il drone.

L’applicazione di queste tecniche innovative ha dato una stima corretta dei parametri biofisici dell’olivo.  (F.B)

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